La nuova vita (elettrica) della spiaggina di James Bond

Lo storico marchio Moke International è stato acquisito da EV Technology Group: la celebre spiaggina di James Bond a zero emissioni verso un futuro radioso

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Redazione

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La Mini Moke è un’auto leggendaria, con una storia alle spalle che è lunga e affascinante, attraversata da alterne fortune e indissolubilmente legata all’immaginario della “bella vita” negli anni Sessanta, da James Bond alle spiagge di Saint Tropez.

La Mini Moke non è stata sempre apprezzata dal mercato, ma la nuova vita della spiaggina creata nel lontano 1964 dalla British Motor Corporation – in versione rigorosamente elettrica – promette di andare lontano, anche grazie a un’importante novità degli ultimi giorni.

Mini Moke: un futuro radioso

La Moke International, che aveva acquisito lo storico marchio britannico nel 2015, è oggi proprietà della EV Technology Group, una giovane azienda canadese nata con la missione di “ridefinire la gioia dei motori nell’epoca elettrica” tramite l’elettrificazione di brand e auto che hanno fatto la storia del costume e delle strade di tutto il mondo.

Moke è il primo brand storico a entrare nelle scuderie di EV Technology Group: “Il mio interesse per la Moke è nato quando ho tentato di noleggiarne una nel sud della Francia”, spiega il CEO Wouter Witvoet. In quell’occasione, continua Witvoet, “ho presto scoperto il piacere di guidare una Moke in quelle splendide località, ma anche un’opportunità commerciale”. In questa congiuntura storica, a quanto pare, la domanda è più alta dell’offerta, e il futuro della Moke International è radioso, secondo Witvoet.

L’idea, quindi, è quella di acquisire altri marchi storici, trasformare le auto più iconiche in veicoli elettrici di ultimissima generazione e tentare nuove strade sul mercato internazionale, a partire da quello statunitense.

“Crediamo che alcuni brand riescano e evocare sentimenti, passioni, rivalità ed esperienze”, si legge sulle pagine di EV Technology Group. E forse non c’era un brand migliore per iniziare: numeri contenuti, un rilancio appena avviato ma ancora da strutturare al di fuori dei confini USA e un’immagine talmente radicata nell’immaginario da non aver bisogno di aggettivi.

I fortunati acquirenti britannici hanno ricevuto già lo scorso mese i primi esemplari di Mini Moke elettrica: l’iconica spiaggina di James Bond a zero emissioni è già in produzione e pronta per essere lanciata sul mercato internazionale.

Torna la spiaggina di James Bond
Fonte: MOKE International
Mini Moke: la leggendaria spiaggina rinasce elettrica e con un grandi ambizioni.

Una seconda vita elettrica

La storia della Mini Moke non è stata sempre segnata dal successo: si pensi che nel Regno Unito si riuscirono a vendere a malapena un decimo degli esemplari prodotti fino al 1968, anno in cui venne abbandonata la produzione locale.

L’insuccesso commerciale della prima Mini Moke era dovuto innanzitutto al fatto che si tentò di produrla e venderla in madrepatria, laddove il clima non era proprio l’ideale per una spiaggina di derivazione militare. Inizia ad andare meglio alla fine degli anni Sessanta, quando si inizia a produrre la tuttofare Moke in Australia, dove il clima era decisamente più favorevole all’adozione di un mezzo simile.

La consacrazione arriva soltanto all’inizio degli anni Settanta, anche grazie alla celebre scena dell’arrivo della spiaggina bianca sulla piazzetta dell’isola di San Monique, lo 007 Roger Moore alla guida, nel film del 1973 “Live and Let Die”.

La “seconda vita” della spiaggina di James Bond è iniziata con la transizione elettrica: nel 2020 sono state prodotte, in tiratura limitata e solo per il mercato inglese, 56 vetture speciali; soltanto pochi mesi dopo la Moke America ha realizzato l’edizione speciale “San Monique”, dedicata proprio alla celebre spiaggina che compare nel film del 1973. Oggi la nuova acquisizione, che promette di lanciare la nuova Moke verso un futuro decisamente roseo.

La nuova Moke ha un’autonomia di 120 chilometri, può raggiungere una velocità massima di 80 km/h e ha un prezzo di partenza che supera i 30mila euro: non proprio per tutti, ma di certo la lista d’attesa è già lunga, soprattutto in Francia e nel Regno Unito, conclude Witvoet.