Motori termici troppo presto in pensione

L'AD di Stellantis, Carlos Tavares, ha ribadito per l’ennesima volta che le emissioni si potrebbero ridurre oggi anche con nuovi motori termici

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Virgilio Motori

Redazione

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Per il manager Tavares, a capo di Stellantis, è troppo presto per mandare definitivamente in pensione i normali motori endotermici che tutti conosciamo. Secondo l’amministratore delegato infatti, e lo ha ribadito più volte, si poteva salvaguardare comunque l’ambiente e, oltretutto, per le auto elettriche in Europa mancano ancora le colonnine e un piano d’azione mirato.

L’AD è stato in visita a Roma per l’ePrix di Formula E. Fondamentale la sua presenza nei giorni scorsi a questo proposito, visto che – come abbiamo visto poche ore fa – proprio Maserati sarà il primo marchio italiano a scendere in campo nella nuova stagione di Formula E, nel 2023. Carlos Tavares è stato avvistato (e anche fotografato) su una meravigliosa e potente Maserati GranTurismo elettrica e di fianco a una Grecale Folgore (simbolo del lusso elettrico italiano).

In quest’occasione, la stampa presente ha posto molti quesiti a Carlos Tavares, che ha approfittato per rispondere. Alcune sua affermazioni sono molto utili – e le riporteremo infatti di seguito – per capire qual è il pensiero del leader di Stellantis, un Gruppo che controlla moltissimi grandi brand del settore automotive in Italia.

Che cosa pensa Tavares sulla transizione energetica

Secondo l’AD, come abbiamo sottolineato in apertura, molti leader politici hanno preso delle scelte da lui stesso valutate “sbagliate”, perché alle Case auto non è mai stata l’opportunità di diminuire le emissioni dei veicoli attuando una transizione più graduale. I tempi non sono ancora maturi per Tavares, che dichiara: “Oggi l’età media delle auto in circolazione in Europa (come anche in Italia) è di 11 anni, e il loro grado medio di emissioni è di 170 g/km di CO2. Se invece prendiamo in considerazione un’auto moderna di segmento B mild hybrid, che può essere venduta a un prezzo accessibile alla classe media, il suo livello di emissioni è attorno ai 100 g/km. Si tratta di molti modelli che potrebbero essere venduti a un gran numero di clienti, con un miglioramento molto importante nelle emissioni e a un prezzo ragionevole. Avremmo guadagnato tempo per costruire un ecosistema energetico, rendendo le vetture elettriche alla fine del percorso più avvicinabili in termini di prezzo”.

Ed è così che, con le suddette argomentazioni, ha fatto capire quanto per lui le auto termiche a minori emissioni (e tra l’altro Stellantis ha parecchie vetture di questo tipo) non siano state favorite per nulla.

Tavares segnala: mancano le infrastrutture per l’elettrico

E non è tutto. perché, se da una parte è sicuro che l’elettrico occuperà gran parte dell’offerta del settore dei prossimi anni in Europa, dall’altra Tavares ribadisce che mancano le colonnine di ricarica e tutte quelle infrastrutture assolutamente necessarie alle auto elettriche.

L’AD sottolinea: “Stellantis ha 19 veicoli elettrici in vendita, e ne andremo ad aggiungere ulteriori 15 nei prossimi due anni. Il processo di transizione, per un’azienda come questa, ormai è stato già completato ed è in esecuzione. A questo punto i clienti vogliono conoscere però diffusione e disponibilità dei punti di ricarica. Questo problema di infrastrutture non deve essere risolto dai costruttori di automobili, ma dagli Stati. Dobbiamo poi assicurarci che la rete elettrica possa supportare l’auto, che esista insomma una strategia dell’energia. Stiamo spiegando da oltre cinque anni che focalizzarsi solo sulle vetture sarebbe stato pericoloso. Si stratta di un ecosistema di cui fanno parte anche le infrastrutture e le batterie. Abbiamo la giusta strategia per l’energia pulita dal 2030? Questa è la domanda per il leader politici. Noi abbiamo già affrontato le nostre sfide. Ora tocca ad altri”.