Mercato auto, ottobre positivo per le vendite in Italia

In una situazione di crisi che dura ormai da tempo, finalmente ottobre vede una crescita del 6.7%

È da mesi che la situazione del mercato auto è critica e finalmente vediamo un mese di ottobre positivo in Italia. Le immatricolazioni di nuove auto sono state 156.851, il 6.7% in più dello stesso mese dello scorso anno. Nei primi dieci mesi sono state vendute 1.624.922 vetture.

La flessione rispetto allo stesso periodo del 2018 è dello 0.85%, i dati sono ufficiali e trasmessi dal Ministero dei Trasporti. Nello specifico, il gruppo Fca ha immatricolato 33.663 auto a ottobre, l’1.93% in meno rispetto a ottobre 2018. La quota scende dal 23.25% al 21.46%, nei primi dieci mesi ha venduto 386.946 euro, con una flessione del 2.57% e quota che passa dal 26.39% al 23.8%.

Ci sono quattro modelli di Fca tra i dieci più venduti a ottobre 2019, si tratta nello specifico di Panda, 500, 500X e Ypsilon. Jeep ha aumentato le vendite dello 0.8% grazie a Compass e Renegade, le immatricolazioni sono state in tutto 5.400 e la quota di mercato il 3.5%. Lancia registra a ottobre 4.850 vetture vendute, in crescita dell’8.2%, Ypsilon continua a essere tra le più vendute in Italia e anche in ottobre è la più venduta del segmento B, per Fiat la Panda continua ad essere l’auto più venduta in Italia.

Il Centro Studi Promotor afferma che: “La crescita del mercato italiano dell’auto a ottobre è un segnale positivo anche perché si inserisce in un quadro del mercato che nel 2019 è stato finora caratterizzato da un andamento sfavorevole. Un dato coerente con le indicazioni dell’inchiesta mensile condotta sui concessionari, che da luglio mette in luce un graduale miglioramento del clima di fiducia degli operatori auto che a fine ottobre prevedono nel 72% dei casi mercato stabile o in aumento”.

“Per superare il livello del 2018 e innescare nel 2020 una nuova fase di crescita occorre che il Governo accantoni ogni provvedimento punitivo nei confronti delle automobili e degli automobilisti come il deplorevole tentativo di rendere ancora più aspra una persecuzione fiscale sull’auto aziendale che non trova riscontro in nessun altro paese del mondo”.

Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere, afferma: “In un quadro macroeconomico con persistenti incertezze sia economiche sia geopolitiche le previsioni sul mercato auto nel 2020 rischiano di dover essere riviste pesantemente al ribasso, alla luce della recente proposta del Governo di inserire nella Legge di Bilancio l’aumento, per tutti i dipendenti, del valore ai fini fiscali delle auto aziendali in fringe benefit, che potrebbe risultare raddoppiato o addirittura triplicato”.

“La recente riformulazione della misura resta comunque dannosa a 360 gradi, per i lavoratori, per le aziende e per l’intero comparto automotive, che già vive un momento di incertezza. Questa norma risulta, inoltre, in totale antitesi con le indicazioni emerse dal Tavolo Automotive dello scorso 18 ottobre al Ministero dello Sviluppo Economico, in cui si è confermata la volontà di attuare misure di accompagnamento delle imprese automotive nella riconversione industriale, attraverso disposizioni concrete ed efficaci per agevolare la transizione energetica e lo svecchiamento del parco circolante. Anfia, con le altre associazioni del settore, ha già richiesto l’immediato ritiro della proposta”.