L’Italia è prima in Europa per consumo di eco carburanti, ma tentenna ancora sul fronte delle vetture elettriche. Sono almeno 230.000 le autovetture italiane eco friendly immatricolate nel nostro paese su un totale di 1 milione vendute in tutta Europa. Il 25 % delle auto ad alimentazione alternativa è stata immatricolata nel Bel Paese. L’exploit però non si deve alla diffusione di auto elettriche che invece sulle strade della penisola rimangono un avvistamento molto raro. In Italia, soprattutto a causa di una mancata politica di incentivi, continuano a non esser viste di buon occhio dagli automobilisti che preferiscono affidarsi ad auto alimentate a gas. Se c’è da scegliere, quando si tratta di orientarsi su vetture alimentate in modo alternativo alla classica benzina, è il gas la prima alternativa scelta da chi vuole innovare il proprio parco auto.
Nella classifica dei paesi europei l’Italia primeggia con il 24% di vetture che non usano motori termici, segue poi a lunga distanza la Gran Bretagna con il 12.6 % la Germania con il 12.4 % , la Francia con l’11,4% e la Norvegia con l’8,7%. Il paese scandinavo, se è indietro sul fronte delle vetture alimentate a gas, è al primo posto per diffusione di vetture elettriche. Nelle strade norvegesi un automobile ogni 2,5 è elettrica.
L’italiano invece preferisce le auto a gas piuttosto che quelle elettriche. Nonostante ci sia stato un incremento notevole, che ha raddoppiato le vetture di nuova generazione vendute in Italia, gli acquisti delle elettriche non hanno superato le 5.000 unità, dato molto basso che conferma una diffusa mancanza di fiducia per le vetture ad alimentazione alternativa. Si tratta di numeri che abbracciano appena lo 0.2 % del mercato italiano e poco più del 2% del mercato europeo.
In Germania, Regno Unito e Francia invece le immatricolazioni sono superiori al territorio italiano di almeno dieci volte tanto, la diffusione di vetture elettriche si aggira negli altri paesi europei a cifre che toccano almeno le 40.000 unità l’anno. Cifre che segnano una separazione netta tra quella che è la tendenza italiana ed europea, due modi completamente differenti di approcciarsi alla mobilità.