Come capire se la frizione è bruciata

La frizione è un elemento indispensabile e delicato dell'auto: ecco come capire quando è bruciata

Foto di Virgilio Motori

Virgilio Motori

Redazione

Virgilio Motori, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dei Motori: il sito di riferimento del settore che racconta ogni giorno il mondo delle 2 e 4 ruote.

La frizione è una componente indispensabile di tutti i veicoli che può andar incontro a malfunzionamenti. Si tratta di un elemento imprescindibile nel sistema motopropulsore poiché permette il trasferimento del lavoro dall’unità motrice al dispositivo di controllo (ossia il cambio). Nel caso di guasto, bisogna intervenire immediatamente attraverso la manutenzione o – in extrema ratio – o la sostituzione. Scopri come funziona la meccanica di questo elemento, come riconoscere quando una frizione è bruciata e come intervenire.

Frizione bruciata: si cosa si parla?

Prima di capire cosa si intenda per bruciare la frizione, è bene guardare da più vicino questo elemento indispensabile per comprenderne la struttura. Tecnicamente, una frizione è composta da tre parti: il disco, lo spingidisco e il cuscinetto.

Il disco si presenta come un piatto realizzato con un materiale di attrito, da un insieme di molle che servono ad ammortizzare le vibrazioni e da un foro centrale provvisto di incavi che ricalcano quelle presenti nell’alberino del cambio. Una volta era fatto di amianto, il che comportava un maggior irrigidimento della componente nonché una maggiore propensione al rischio di bruciature. Oggi i dischi sono stati sostituiti a causa della pericolosità del materiale e delle sue note ripercussioni sulla salute dell’uomo. Per questa ragione, la possibilità di logoramento della frizione si è notevolmente ridotta rispetto al passato.

Lo spingidisco è un insieme di lamelle collegate ad un disco in acciaio, al cui centro si trova il cuscinetto reggispinta, il quale attutisce il movimento che il conducente compie premendo il pedale della frizione e di conseguenza trasferisce lo spostamento verso lo spingidisco, facendolo arretrare in modo da lasciare spazio al cambio dal lavoro del motore e, perciò, poter cambiare marcia.

Al contrario, quando il conducente solleva il piede dal pedale, sia il cuscinetto reggispinta che lo spingidisco vengono riavvicinati verso il volano; compito dello spingidisco è, in questa fase, fare pressione sul disco della frizione per portarlo ad una progressiva aderenza con il volano, finché essi non gireranno alla medesima velocità per forza di attrito. Dal canto suo, il disco torna ad assestarsi sulle scanalature dell’alberino del cambio per trasferirvi il movimento.

Caratteristiche della frizione

Essendo una componente resistente ma che necessita di un guidatore sensibile che non la danneggi, la prima regola a cui attenersi per non andare incontro a problemi è mantenere dei gesti morbidi che rispettino i tempi meccanici, è informazione nota infatti che queste operazioni si compiono in brevissimo tempo, talvolta – nei sistemi più sofisticati – anche meno di un secondo. Come sempre, conoscere anche in modo basilare la meccanica contribuisce a sapere in anticipo come comportarsi e, di conseguenza -rispettando la meccanica dell’auto- trovarsi ad affrontare dei costi di gestione inferiori. Basta immaginare che la frizione, in poche decine di cm di diametro, deve sopportare una forza lavoro di centinaia di newton-metri (Nm) senza dover battere ciglio.

Ovviamente la frizione, alla stregua di tutte le parti che compongono l’autoveicolo, è soggetta ad usura e la sua durata di vita dipende dal tipo di utilizzo che se ne fa. Le abitudini del conducente, riversandosi sulla meccanica ogni giorno, hanno una grande influenza: l’appoggiare la mano sul pomello del cambio, ad esempio, può contribuire -a causa della forza impiegata su di essa- a creare dei malfunzionamenti.

Oltre che le cattive abitudini, la condotta di guida nonché il tipo di veicolo incidono in modo rilevante. Il controllo in officina si effettua ogni 70.000 km quando l’auto è impiegata principalmente su percorsi urbani; in tal caso, infatti, gli organi di trasmissione sono maggiormente sollecitati a causa del traffico e del continuo cambio di marcia. Una verifica da mani esperte può essere richiesta in periodi più lunghi fino a 140.000 km se l’auto è usata prevalentemente su percorsi extraurbani o autostradali.

Frizione bruciata sintomi: come riconoscerla

La frizione bruciata ha dei sintomi veri e propri, ossia degli elementi che indicano la necessità nel far eseguire una manutenzione. Il primo, quello forse più comune nonché facile da identificare, è il trovarsi a schiacciare su un pedale morbido. Se premendo il pedale della frizione non si avverte alcuna resistenza meccanica, questo è un chiaro indicatore che il sistema si è quasi del tutto consumato e bisogna quindi provvedere alla sostituzione. In tal caso, il motore aumenta di giri ma la velocità dell’auto non aumenta, come se fossi fermo in folle. Il secondo campanello d’allarme è la difficoltà nell’inserire la retromarcia. Immettere la retromarcia è uno dei compiti più ardui per l’albero di trasmissione e richiede forza, specialmente da parte della frizione. Per questo, quando la frizione si brucia o è quasi del tutto usurata può risultare difficile eseguire la manovra. Un altro chiaro segnale è la sensazione di slittamento nel momento in cui si esegue la pressione.

Se invece la frizione slitta, è evidente soprattutto in salita o in autostrada. Nel cambiare marcia, premendo sull’acceleratore, si produce un rumore metallico che proviene dal motore. Uno dei casi che saltano più all’occhio sono poi l’odore acre di bruciato (di metallo o simile alla plastica) che può esser causato anche da un uso brusco o comunque inadeguato appena avuto. Se però l’odore lo si avverte anche a motore spento, il problema è cronico.

Altro indicatore senza dubbio meno evidente è la percezione di vibrazione che sollecita la pianta del piede del conducente. La friziona sta arrivando letteralmente alla fine e, essendo piuttosto consumata, non riesce a bloccare con decisione il volano e l’albero motore. Infine, se si nota difficoltà nel semplice cambio di marcia pur premendo fino in fondo il pedale, ugualmente non si potrà procedere con la guida senza pianificare un intervento d’emergenza. Infine, tra i sintomi più comuni si annovera la presenza di un rumore di sfregamento metallico, come se si trascinassero dei ferri sull’asfalto. Il problema potrebbe essere legato ai cuscinetti troppo usurati (la cui sostituzione è molto meno costosa che quella dell’intero kit frizione).

In generale, la frizione può essere danneggiata da un guidatore alle prime armi che non ha ancora maturato la giusta sensibilità con il pedale e non sa ascoltare (sia dal tocco che dal suono) lo stacco meccanico. Infine, si dovrà considerare la condizione in cui il veicolo si trovi particolarmente sotto sforzo, ad esempio se si rimane impantanati nella sabbia o nel fango, situazioni che possono portare a dover spingere a lungo sul motore dando luogo ad un notevole (e a volte inutile) sforzo. L’ultima condizione, per concludere, è il caso del traino di un altro mezzo con l’ausilio di un gancio.

Durante le operazioni di traino di un altro mezzo, la frizione del mezzo trainante in conseguenza dello sforzo eccessivo può infatti bruciarsi. Oppure, può capitare che questa si verifichi in un mezzo che ha percorso pochissimi chilometri; ciò avviene anche nel caso in cui le competenze di guida del conducente siano inappropriate. L’inesperienza o difficoltà del conducente, a prescindere dal fatto che sia neopatentato o meno, potranno certamente essere una causa della bruciatura della frizione.

Frizione bruciata e conseguenze

Come accennato, avere una frizione bruciata causa conseguenze irreversibili o meno secondo il caso, ma comporta ad ogni modo la necessità di intervento immediato. La sostituzione del gruppo frizione (il kit che include cuscinetto reggispinta, disco frizione e spingidisco) ha costi e tempi necessari di intervento che variano in base al caso. Un gruppo frizione per un veicolo di fascia medio-bassa ha un prezzo che varia fra un centinaio di euro fino ad oltre 500 euro. A tal proposito, è opportuno acquistare ricambi di qualità (anche non per forza originali della casa costruttrice) ma che comunque siano ben sigillati nell’involucro originale e che abbiano la garanzia di due anni prevista dal Codice del Consumo. Riguardo il servizio di manodopera, questo può avere un prezzo perfino maggiore rispetto al costo del dispositivo.

Giocare d’anticipo: come mantenere in buono stato la frizione

Conoscere e quindi saper usare un dispositivo meccanico permette di allungare la durata di vita e di risparmiare sui costi di intervento oltre che il proprio tempo. È bene quindi tenere a mente delle buone abitudini di condotta per conservare l’efficienza della frizione (o meglio: delle parti che compongono il gruppo frizione). Come primo consiglio evitare di partire in grande velocità. Le partenze a brucia pelo certamente non aiutano la frizione come il sistema meccanico in generale dell’auto. Si raccomanda poi di non caricare in modo eccessivo il mezzo per evitare di non surriscaldare eccessivamente la frizione.

Anche prestare attenzione alla posizione dei piedi può contribuire ad allungare la vita della frizione. Il piede sinistro non deve mai essere tenuto appoggiato sul pedale, abitudine che in alcuni casi si ha tanto durante le brevi soste nel normale traffico cittadino: ai semafori, agli incroci, agli stop -quanto durante il normale utilizzo del veicolo-. Inoltre, si consiglia di evitare di tenere la prima marcia innestata durante le fermate e di cercare di far “pattinare” la frizione il meno possibile, ossia aspettare che il pedale della frizione sia sollevato quasi del tutto prima di accelerare (sempre fare degli strappi).