Clio, Captur e Megane: la prova su strada delle nuove ibride Renault

Mégane, Captur e Clio diventano anche E-Tech Hybrid, abbinando a un classico motore a benzina due propulsori elettrici e una trasmissione automatica multimodale senza frizione.

Renault si dà una scossa. Come un fulmine estivo, una scarica di elettricità si abbatte sulle best seller della Casa francese, trasformando il cuore della gamma in ibrido. Mégane, Captur e Clio diventano infatti anche E-Tech Hybrid, abbinando a un classico motore a benzina due propulsori elettrici e una trasmissione automatica multimodale senza frizione.

Il risultato? Una notevole economia d’esercizio, un minore impatto ambientale, una flessibilità invidiabile ma anche un bel piacere di guida e una facilità d’uso da riferimento. E soprattutto una nuova accessibilità all’alimentazione mista elettrica-benzina, perché con le piccole e medie transalpine, l’ibrido diventa veramente per tutti.

La Clio diventa “full hybrid”

A partire dalla Clio, l’evergreen della Losanga, che presenta la formula più semplice del terzetto (anche se sono serviti oltre 150 brevetti per assemblarla). Per l’utilitaria gli ingegneri hanno attinto all’esperienza della Formula 1 e al know-how della gamma “full electric” (capitanata dalla Zoe) e hanno allestito un’auto “full hybrid”, vale a dire una vettura in cui l’unità a benzina e quelle a batteria possono funzionare sia indipendentemente sia insieme.

La prima è un 4 cilindri 1.600 aspirato da 91 cavalli, mentre le altre sono due motori elettrici – uno è uno starter ad alta tensione – da 36 e 15 CV, alimentati da una batteria agli ioni di litio da 1,2 kWh e 230V. La potenza complessiva raggiunge i 140 cavalli, per prestazioni briose e brillanti – 0-100 km/h in 9,9 secondi, ripresa da 80 a 120 km orari in meno di 7 secondi e punta di 180 km/h – favorite anche dal minimo aggravio di peso, visto che il sistema ibrido aggiunge solo 10 chili in più rispetto a una versione a gasolio.

Ma la Clio E-Tech sa fare anche meglio dal punto di vista dei consumi e delle emissioni: con la “pila” carica si può circolare in città grazie ai soli motori elettrici per l’80% del tempo, risparmiando fino al 40% del carburante. La marcia a batteria è possibile fino a 70-75 km/h e contribuisce a tenere il dato di omologazione nel ciclo WLTP entro i 4,3 l/100 km e i 96 g/km di CO2.

Ricarica senza pensieri

Il sistema di ricarica è totalmente “senza pensieri”, visto che è affidato alla decelerazione rigenerativa, con due livelli di resistenza (normale o massimizzato con il cambio in posizione “B” come “Brake”), e alla frenata attiva: quando si solleva il piede dal gas o si preme sul freno, il motore elettrico principale diventa un generatore e “fa il pieno” alla batteria.

Altrettanto facile, per chi sta al volante, è la regolazione della vettura, che prevede 3 diverse impostazioni di guida: Pure, per viaggiare al massimo con l’energia delle batterie; MySense, per ottimizzare i consumi in modalità ibrida; Sport, per scatenare all’unisono le performance dei tre motori.

L’auto con il megaschermo

Decisamente più sofisticata (ma tanto ci pensa lei) è invece la gestione elettronica dell’auto, che prevede ben 15 combinazioni di funzionamento per motori e cambio e offre dispositivi di sicurezza e intrattenimento evoluti. Come le “sorelle maggiori”, la Renault Clio propone infatti un display centrale da ben 9,3 pollici con sistema multimediale Easy Link e l’Highway and Traffic Jam Companion, che combinando il cruise control adattivo e il mantenimento automatico della corsia funge da guida autonoma di livello 2 (con obbligo, comunque, di mani sul volante). Buona, infine, la capacità di carico, con 300 litri di bagagliaio disponibili malgrado la presenza dal sistema ibrido.

Captur, crossover “alla spina”

Generosa anche la capienza del Captur (557 litri), che però rispetto alla Clio ha un accessorio in più da stivare del bagagliaio, il cavo di ricarica. Il crossover francese ad alimentazione mista prende infatti il nome di E-Tech Plug-in Hybrid perché, oltre che con rallentamenti e frenate, può accumulare energia anche a una presa di corrente.

Per “fare il pieno” ai 9,8 kWh della sua batteria da 400V e 130 kg bastano dalle 3 alle 5 ore, anche con una rete domestica, e la resa in termini di prestazioni è significativamente migliore. Con una potenza combinata di 160 cavalli (frutto della stessa dotazione motoristica della Clio, ad eccezione dei motori elettrici da 49 e 25 CV), il Captur arriva a percorrere, nel ciclo misto, 100 km con solo 1,4 litri di benzina, emettendo 32 g/km di CO2. In modalità solo elettrica può arrivare fino a 135 km orari o percorrere 50 km (addirittura 65 nel ciclo urbano). La scheda delle prestazioni parla di una velocità massima di 173 orari e uno scatto nello 0-100 in 10,1”.

L’ibrida dei record

Gemella tecnica del Captur è l’intramontabile Mégane: la media della Régie, sul mercato dal 1995 e venduta in 7 milioni di esemplari in quattro generazioni successive, diventa anch’essa E-Tech Plug-in Hybrid nelle carrozzerie station wagon Sporter e berlina (questa dal 2021).

Con i tre motori e la batteria da 9,8 kWh, complice la linea più bassa e affusolata, si insedia al vertice della gamma ibrida della Casa, contenendo i consumi fino a 1,3 l/100 km e le emissioni di CO2 di 28 grammi al km e raggiungendo i 100 orari in 9,8” e i 183 km/h. Ricercati gli interni dove fa bella mostra di sé il cruscotto digitale da 10,2 pollici (presente anche su Captur), mentre la spaziosità resta identica alle versioni con motore termico sia per gli occupanti sia per i bagagli, ai quali sono riservati 447 litri.

Come riconoscerle

A caratterizzare esteticamente tutte le Renault E-Tech Hybrid, alcune targhette identificative esterne e delle finiture specifiche interne, come la leva del cambio “griffata” e il pulsante EV sotto il display centrale per attivare la modalità elettrica.

Quanto costano

Il listino prezzi – al quale si applicano i corposi incentivi statali e locali – parte dai 21.950 euro della Clio, per la quale sono presenti 5 allestimenti in totale, per un costo massimo di 27.700 euro, e dai 32.950 del Captur (due soli allestimenti top di gamma). Ancora non disponibile il prezzo della Mégane, che arriverà in concessionaria a ottobre.

Come vanno: la nostra prova su strada

Abbiamo provato le nuove ibride Renault in pista – non sembri strano, visto il travaso tecnologico dall’esperienza della Casa nella Formula 1 a doppia alimentazione – e su percorsi misti attorno alla città di Milano. A venirne fuori come modello più azzeccato e divertente è stata senza dubbio la Clio. La messa a punto del sistema termico-elettrico è risultata perfetta, con i passaggi da un motore agli altri privo di scosse e impuntamenti. Veloce e scattante fin dai primi metri, grazie alle partenze solo elettriche (il benzina entra in gioco solo dopo), si è dimostrata briosa ed esuberante, ben sostenuta dal telaio e dalle sospensioni e assecondata da uno sterzo abbastanza preciso.

Capace di “veleggiare” sulla spinta della corrente fino a oltre i 70 orari, ha fatto segnare sul computer di bordo consumi perfino inferiori a quelli omologati: al termine di un giro urbano ed extraurbano di circa 50 km l’indicatore recitava 4,1 l/100 km. Unici difetti evidenti una certa rumorosità del 1.6 a benzina, quando chiamato a sprigionare tutta la sua potenza, e il funzionamento un po’ brusco del recupero di energia in modalità “Brake”, che sulle prime innesca una marcia a singhiozzo.

Decisamente più “morbida” e turistica l’impostazione della Mégane, che avvolge gli occupanti in un ambiente confortevole e silenzioso. La batteria maggiorata consente di viaggiare in elettrico per gran parte del tempo, anche a velocità proibite dal Codice, percorrendo chilometri “verdi” senza danni per orecchie e schiena.

Malgrado le performance siano addirittura migliori della Clio, la maggiore massa e lunghezza la rendono più impacciata e meno reattiva, suggerendo una marcia più rilassata che, evitando brusche accelerate, contribuisca anche a tenere a riposo il motore a benzina. E così possibile – come è successo a noi – limitare i consumi a meno di un litro per 100 km (0,7 per la precisione, a fronte di un assorbimento di circa 16 kWh per la stessa distanza).

Al di sotto di questa “soglia psicologica” si riesce a portare anche il Captur (0,9 l/100 km e 14,4 kWh/100 km nel nostro test), che in versione ibrida risulta allo stesso tempo silenzioso, economico e confortevole. Le sensazioni che trasmette questo crossover non sono le stesse della Clio e la sua efficienza non eguaglia quella della Mégane. Ma la piacevolezza della posizione di guida elevata e la praticità delle sue dimensioni e delle soluzioni di bordo ne fanno una proposta ibrida davvero azzeccata.