Sul circuito di Monza il primo GP senza piloti

Vetture robot, controllate a distanza da team di universitari e con un po' d'Italia nella progettazione: il primo GP delle auto-robot all'Autodromo di Monza

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista

Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano. Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e dei motori, scrive anche di attualità ed economia.

L’Autodromo di Monza è un vero e proprio tempio sacro del mondo delle corse, con la Formula 1 che ogni hanno regala emozioni e spettacolo sul tracciato italiano per antonomasia. Una pista che porta alla memoria sfide, successi, delusioni, in poche parole la storia del mondo dell’automobilismo, che di anno in anno vede aggiungersi una pagina importantissima e non trascurabile.

E nella storia di Monza e del suo iconico tracciato molto presto potrebbe essere scritta un’altra pagina importante, un capitolo di quelli difficili da saltare in una lettura avvincente della tradizione della pista brianzola. Perché dopo il rombo dei motori della Formula 1 a scendere in pista saranno delle auto particolari e… senza pilota.

A Monza il primo GP senza piloti

Sì, avete capito bene. Sulla pista dell’Autodromo nazionale di Monza correranno delle auto senza piloti e governate a distanza per mezzi robot. La tecnologia che avanza? Anche, perché si tratterà della Indy Autonomous Challenge, la competizione per mezzi robot riservata alle migliori università scientifiche del mondo a cui parteciperanno tra i 7 e gli 8 team.

Per la prima volta una corsa del genere si terrà fuori dal suolo americano e per l’occasione si è pensato di fare le cose in grande, su una pista che di tradizione automobilistica ne mastica e bene. Dal 13 aprile, infatti, le vetture senza pilota sfrecceranno a Monza in una sfida mozzafiato che ha visto trionfare anche uno degli atenei italiani, nello specifico il Politecnico di Milano che a gennaio si è assicurato la tappa di Las Vegas.

Ma quello del 2023 sarà solo un piccolo assaggio, perché Indy Autonomous Challenge e Monza hanno stretto una partnership per i prossimi tre anni. Quest’anno sarà sfida cronometrica in stile qualifica, con una corsa singola per vettura, dai prossimi invece si farà sul serio con una vera e propria gara nel tempio della velocità della cittadina brianzola.

La sfida delle monoposto senza pilota

Quanti si sarebbero mai aspettati di vedere delle auto senza pilota? Forse tanti anni fa, pensando al 2023, ci si immaginava che le auto potessero volare e fare chissà cosa, ma la realtà è ancor ben lontana dal sogno. Dall’America però si progetta in grande, con auto capaci di sfiorare i 300 chilometri orari senza un conducente all’interno dell’abitacolo.

Una sfida che ha anche una grossa fetta di marca italiana. Le macchine, infatti, derivano da quelle della serie americana Indy, ma i telai sono progettati dall’azienda italiana Dallara.

A governarle sono dei sofisticati algoritmi, laser, telecamere ad altissima risoluzione e visori che sono programmati da ricercatori universitari. Si tratta quindi di una corsa di cervelli, dove chi vince è chi sbaglia meno.

A Monza la grande sfida, perché fin qui le auto-robot sono state abituate a circuiti ovali come Indianapolis o Texas Speedway. Arrivare all’Autodromo è però uno step necessario per cercare di testare al meglio questa tecnologia in ottica futura, per capire meglio come un computer sia in grado di guidare e di prendere decisioni a 250-300 chilometri orari in una frazione di secondo. Una gara tra universitari che però, con uno sguardo al futuro, potrebbe avere grosse ricadute sull’industria automobilistica e non solo, per mettere a punto sistemi di sicurezza e di aiuto al guidatore.