Per ora ci è stato mostrato solo un posteriore. Ma che posteriore! E comunque non c’è più molto da aspettare: la prima mondiale è infatti fissata per il prossimo 2 maggio, con passerella pubblica a Londra il 4 e 5.
L’idea di una supercar omologata per uso stradale non è nuova. Già nel 1992 dalla BT60B, mononoposto schierata in Formula 1, sarebbe dovuta nascere la BT61, ma alla fine non se ne fece più nulla. Oggi tocca alla BT62, una supercar che si annuncia dai contenuti estremi, come da tradizione di Casa.
Commentiamo l’unica cosa commendabile, ovvero il posteriore: l’ala in fibra di carbonio con duplice profilo appare ben più ampia della larghezza della BT62 e la coda lascia intuire un diffusore dalle dimensioni in grado di contribuire a sviluppare i 1.200 kg di deportanza annunciati.
A 70 anni dall’inizio della carriera sportiva di Jack Brabham, la storica sigla BT (“B” per Brabham e “T” per Ron Tauranac, tecnico australiano), introdotta nel 1961 sulle monoposto di Formula 3, continua la sua progressione numerica.
Ovviamente si tratterà di una vettura a produzione limitata: soli 70 esemplari. Verrà offerta a ciascun proprietario l’opportunità di seguire un programma per sfruttare al meglio il potenziale degli oltre 700 cavalli del suo prodigio. Il peso dichiarato è di 972 kg, frenati da un impianto interamente in fibra di carbonio e pinze a sei pistoncini, davanti e dietro.
Le prime consegne avverranno nel corso del 2018, alla cifra considerevole di 1,5 milioni di euro, tasse (e optional…) escluse.