I primi mesi del 2020 hanno confermato, anche in Italia, che non possiamo più rinviare la soluzione al problema dell’inquinamento nelle nostre grandi città. I blocchi del traffico, che hanno fatto infuriare milioni di automobilisti, hanno tentato di porre un freno alle crescenti concentrazioni di particolato e polveri sottili in città come Roma e Milano. Ma il blocco del traffico è sempre più una foglia di fico: la soluzione vera è l’elettrificazione del parco circolante. Una soluzione che, tra l’altro, potrebbe anche portare vantaggi aggiuntivi oltre all’abbattimento dell’inquinamento atmosferico.
Auto elettriche: perché non possiamo più rinviare
Se guardiamo all’impatto ambientale dei trasporti, allora le auto elettriche prendono i classici due piccioni con una fava: zero CO2 per combattere i cambiamenti climatici a livello globale, zero PM10 per combattere l’inquinamento locale. Secondo l’ultimo report “Countdown on Health and Climate Change” della rivista The Lancet l’Italia è prima in Europa (undicesima nel mondo), per morti causate dalle polveri sottili.
Auto elettriche: perché cambieranno le città
Il cambiamento che potranno portare le auto elettriche, specialmente le piccole citycar elettriche (stile smart EQ fortwo, per capirci), andrà ben oltre l’abbattimento delle emissioni di CO2 e di particelle dannose per la salute: di cambiamenti ce ne saranno anche altri, indiretti. A parità di auto circolanti, infatti, con l’adozione di massa degli EV una zona molto trafficata di una città tornerà molto più salubre. Ciò vuol dire che la qualità della vita di quel quartiere crescerà e, di conseguenza, cambierà profondamente il mercato immobiliare: vivere davanti una tangenziale non sarà mai il massimo, ma sarà comunque una scelta molto più accettabile.
Auto elettriche: la rivoluzione del silenzio
Se per decenni nessuno ha mai sognato di vivere davanti a quella tangenziale non è soltanto per lo smog che entra in casa ogni volta che si apre una finestra, è anche per il rumore continuo delle auto che sfrecciano sulla strada. Ma le elettriche, si sa, sono molto più silenziose: nessun rumore dal motore, solo quello derivante dall’attrito dell’aria e dal rotolamento degli pneumatici. Una gran bella differenza, specialmente se di auto davanti la finestra te ne passano migliaia al giorno. Di più: se restiamo all’esempio delle elettriche da città, come la smart EQ fortwo, il rumore è ancora inferiore grazie al peso inferiore e viene emesso per un minor tempo, perché con auto del genere si circola in modo molto più agile e si parcheggia molto più facilmente, quindi l’auto sta meno in moto e più parcheggiata.
Auto elettriche: abbiamo un problema di ricarica?
A frenare la diffusione delle auto elettriche in Italia è stata, fino ad ora, anche una oggettiva mancanza di punti di ricarica pubblica. Man mano che sempre più persone comprano e usano un Ev per i propri spostamenti quotidiani, però, questo problema si sta rivelando nettamente sopravvalutato. La vera chiave di volta, infatti, non è la ricarica ad alta potenza alle colonnine pubbliche (che sono poche), ma la ricarica domestica a bassa potenza nei garage e nei box privati (che sono tantissimi). E qui entra in gioco un altro fattore decisivo: la rivoluzione elettrica non può che partire dalle piccole citycar elettriche, le segmento A elettriche con batterie piccole, sotto i 20-25 kWh di capacità. Sono auto perfette per la città già in versione con motore termico, grazie alle loro dimensioni molto compatte, che in versione elettrica si possono ricaricare senza problemi di notte dalla presa domestica. Facciamo un esempio pratico, con una delle citycar elettriche più vendute in Italia e in Europa: la smart EQ fortwo, che ha una batteria da 17,6 kWh. Con una normale potenza di 3 kW (quindi senza neanche modificare il contatore di casa), 17,6 kWh si ricaricano in circa sei ore, anche dando per scontato che ci sarà sempre qualche elettrodomestico acceso in casa. Con una potenza di ricarica di 7 kW, invece, in meno di tre ore facciamo il pieno a questa piccola citycar elettrica.