Auto elettriche, l’Italia è ‘in ritardo’: mancano le colonnine di ricarica

Il mercato delle auto elettriche stenta ancora a decollare a causa della mancanza di punti di ricarica

Le vendite delle automobili elettriche, a livello mondiale ed europeo, negli ultimi anni sono cresciute a dismisura, conquistando una fetta di mercato sempre più ampia e convincendo le Case automobilistiche a concentrarsi ulteriormente sulla mobilità a zero emissioni.

Anche in Italia in molti stanno scegliendo vetture elettriche o ibride. Sul fronte delle vendite, però, il nostro Paese è in forte ritardo rispetto alle altre Nazioni per la mancanza di capillarità dei punti di ricarica. Un problema strutturale che impedisce alle vetture a zero emissioni di decollare in maniera definitiva.

A sollevare il problema è stato Andrea Cardinali, il direttore generale dell’Unrae, l’Unione Rappresentante Autoveicoli Esteri. L’Italia è sempre stato il Paese con la maggiore capillarità di distributori di carburante: i cittadini sono sempre stati abituati a poter fare rifornimento praticamente sotto casa. Per quanto riguarda l’elettrico, invece, la situazione è diametralmente opposta.

Al momento l’Italia è il Paese che ha meno colonnine di ricarica in proporzione alla rete viaria: questa situazione va a creare nel consumatore una sorta di ansia di autonomia. In molti, infatti, sono titubanti nell’acquistare una vettura elettrica per il timore di non avere un punto vicino a casa o vicino al lavoro dove poterla ricaricare comodamente.

In mancanza della certezza di poter caricare la propria auto elettrica, i consumatori hanno difficoltà nel passare alle vetture a zero emissioni. Al giorno d’oggi l’Italia è a 2,7 punti di colonnine per la ricarica delle auto elettriche ogni 100 km di strada, molto al di sotto della media europea: nel Vecchio Continente, infatti, la media è di 4,9 punti ogni 100 km. In altre Nazioni la media sale: in Olanda, dove il mercato dell’elettrico viaggia ad ali spiegate, ci sono addirittura 48 punti ogni 100 km. Bene anche la Norvegia con 30, la Svizzera con 11, il Regno Unito con 8 e la Germania con 7.

Bisogna comunque tenere presente che qualcosa si sta muovendo già da tempo nel nostro Paese per arginare il problema. Per esempio Tesla ha deciso di ampliare la rete di ricarica Supercharger in Italia, aumentando in maniera sensibile la presenza di stazioni di ricarica veloce in grado di ricaricare la batteria delle auto fino al 100% in poco tempo.

Si è mossa anche Enel che ha aumentato dell’800% i punti di ricarica per vetture elettriche, sia in Italia che in Europa. Si tratta di operazioni fondamentali per favorire il passaggio a una mobilità sostenibile e permettere agli utenti di scegliere le vetture a zero emissioni senza alcun timore.