Opel, da sempre uno dei brand più gettonati per le flotte aziendali, lo sa bene e per la nuova Astra ha scelto di introdurre nuovi ed efficienti motori benzina e diesel i cui consumi e le emissioni si sono ridotti di parecchi punti percentuali rispetto al precedente modello. Due i motori turbo benzina da 1.2 e 1.4 litri e un motore diesel da 1.5 litri. Le potenze disponibili con i propulsori a benzina sono 110 CV (195 Nm di coppia massima, 1.2 litri), 130 CV (225 Nm di coppia, 1.2 litri), 145 CV (225 Nm di coppia, 1.2 litri) e 145 CV (236 Nm di coppia, 1.4 litri). Le potenze disponibili con la motorizzazione diesel, invece, sono di 105 CV (260 Nm di coppia) e 122 CV (300 Nm di coppia).
Tutte le motorizzazioni sono già Euro 6D (obbligatorio da gennaio 2021). Il cambio manuale a sei rapporti è di serie su tutti i motori, tranne sul 1.4 benzina che monta un modernissimo ed efficiente cambio a variazione continua, completamente privo dei punti deboli di analoghi cambi del passato, mentre il 1.5 diesel da 122 cavalli può montare sia il manuale che un totalmente indedito automatico a 9 velocità, una novità assoluta in questo segmento. La scelta di motorizzazioni e cambio, quindi, non manca sulla quella che punta a diventare la regina delle auto aziendali in Europa e non solo.
I consumi, pur variando da un motore all’altro, sono in ogni versione molto buoni. Calcolati con il nuovo, più preciso e realistico ciclo WLTP, quelli dei motori benzina 1.2 si attestano sui 5,6 litri per 100 km, mentre quelli del 1.4 salgono leggermente a 6,1 litri/100 km. Il diesel da 105 cavalli consuma solo 4,6 litri per cento chilometri, quello da 122 cavalli ne consuma 4,7 litri, mentre il diesel 122 CV con cambio automatico consuma 5,4 litri per cento chilometri
Buona parte dell’efficienza della nuova Opel Astra deriva, oltre che dall’adozione dei nuovi motori, anche da precisi ed efficaci ritocchi aerodinamici studiati nella galleria del vento dell’Università di Stoccarda, gestita dal Forschungsinstitut für Kraftfahrwesen und Fahrzeugmotoren.
I flussi d’aria sotto la scocca (dove una automobile produce in media dal 40 al 50% della resistenza aerodinamica totale) sono stati infatti studiati per ridurre l’attrito in fase di marcia, grazie alla copertura sotto il motore e la trasmissione, a nuovi pannelli nella zona anteriore del pianale, allo scudo termico del serbatoio del carburante maggiorato che, oltre che a proteggere il serbatoio, ora fa anche da deflettore dell’aria.
Ma la finezza aerodinamica che debutta sulla nuova Opel Astra, e che aiuta moltissimo a tenere bassi i consumi, è certamente lo shutter frontale integrale che permette tenere chiusa la griglia anteriore quando non c’è necessità di raffreddare il motore con vantaggi aerodinamici e di consumo di carburante. Lo stesso shutter permette, in inverno, di tenere caldo il motore anche dopo aver spento l’auto. In questo modo, alla ripartenza, il motore consumerà meno carburante per arrivare alla temperatura ottimale.
Tutto ciò, per gli amanti della tecnica, si traduce in un coefficiente aerodinamico pari a 0,26 per Astra 5 porte e 0,255 per la Sports Tourer. Il precedente modello, per capire quanto lavoro hanno fatto gli ingegneri di Opel, aveva un Cx pari a 0,29.