Così Audi rende puliti i nuovi motori Diesel

Audi rispetta i limiti previsti dalle norme antinquinamento, che diventano sempre più stringenti

Grazie ai raffinati sistemi di post trattamento dei gas di scarico, Audi riesce a rispettare le normative sempre più severe per quanto riguarda le emissioni auto inquinanti. Nei nuovi motori V6 TDI, la tecnologia twin dosing, riduce sino al 90% gli ossidi di azoto (NOx).

Nei propulsori TFSI, all’efficienza garantita da soluzioni come l’iniezione diretta della benzina, il Ciclo Miller e lo “spegnimento” parziale dei cilindri, si affianca l’adozione di specifici filtri antiparticolato in grado di abbattere del 90% le polveri sottili. Oggi, con la direttiva Euro 6d, per i veicoli di nuova omologazione il target è 80 mg/km. In due decenni, il limite è stato ridotto a meno di un sesto del dato di partenza.

All’interno del Gruppo Volkswagen, Audi è responsabile dello sviluppo dei motori V6 TDI di nuova generazione. L’innalzamento dei requisiti imposti dalle normative sulle emissioni ha indotto gli ingegneri della Casa a rendere ancora più efficiente la depurazione dei gas di scarico. La Casa dei Quattro Anelli è riuscita a rientrare nei limiti previsti realizzando un sistema decisamente compatto. I circuiti dei gas combusti sono collocati ai lati delle bancate, esternamente alla V formata dai blocchi dei cilindri, e convergono nella parte retrostante il propulsore, dove c’è il turbocompressore. A valle di quest’ultimo, l’impianto di scarico prevede un catalizzatore a ossidazione che accumula gli ossidi di azoto, seguito da un filtro antiparticolato Diesel che integra l’azione del catalizzatore SCR; ancora più a valle, è previsto un secondo catalizzatore SCR a riduzione selettiva.

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Fonte: Ufficio Stampa Audi
Fonte: Ufficio Stampa Audi

Il catalizzatore a ossidazione che si trova in prossimità del motore, accumula gli ossidi di azoto. L’NSC è efficace anche a temperature ridotte, e inoltre ossida gli idrocarburi incombusti e il monossido di carbonio, ottenendo anidride carbonica, vapore acqueo e azoto.

Anche grazie all’AdBlue, un additivo specifico di cui abbiamo già parlato, Audi fa un ulteriore step per la riduzione degli ossidi di azoto. Nell’impianto di scarico si verifica il processo chimico della termolisi dell’urea che trasforma l’AdBlue in ammoniaca. Ammoniaca che reagisce con gli ossidi di azoto non ancora trasformati. Il risultato sono acqua e azoto elementare, le sostanze che compongono i 4/5 dell’atmosfera terrestre. La doppia iniezione della soluzione d’urea e acqua demineralizzata risulta particolarmente efficace.

Audi riesce a convertire oltre il 90% degli ossidi di azoto in un ampio range di temperature. La tecnologia twin-dosing contribuisce in modo decisivo al rispetto dei limiti nelle emissioni di NOx. I V6 3.0 TDI Audi di nuova generazione beneficiano della tecnologia twin-dosing e sono proposti in tre step di potenza. Analogamente ai propulsori Diesel, anche i motori TFSI – turbo a iniezione diretta della benzina – adottano soluzioni raffinate per l’abbattimento delle emissioni.

Il filtro antiparticolato dei motori TFSI ha il compito di depurare i gas di scarico anche nelle condizioni d’utilizzo meno favorevoli al contenimento delle emissioni. Tale dispositivo è in grado di ridurre del 90% le polveri sottili. Dal 2018, tutti i motori Audi TFSI omologati Euro 6d-TEMP sono dotati di filtro antiparticolato, con due uniche eccezioni: il 4 cilindri di 2,0 litri della serie EA888, dedicato alle versioni g-tron a metano di Audi A4 Avant e Audi A5 Sportback, e il quadricilindrico 1.5 TFSI appannaggio di Audi A3 Sportback g-tron (presentata al Salone di Ginevra 2019), che beneficiano dell’alimentazione a gas naturale e la cui combustione non produce particolato.