Alfa Romeo 4C, una vera auto da corsa con la targa. Foto-pagella

Con il ritorno alla trazione posteriore è un piacere guidare un'auto che punta sulle prestazioni

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Redazione

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Se ne parla da tempo: nonostante l’attesa di una gamma completa e una direzione precisa, una nuova Alfa Romeo fa sempre notizia. E la 4C non è un’Alfa Romeo qualunque, ma un’auto rappresentativa della tecnologia del marchio, e anche di una certa “filosofia” tipica delle sportive del Biscione.

Al circuito di Balocco, pista di prova del gruppo Fiat, e in particolare proprio in quel tracciato chiamato “Misto Alfa Romeo”, abbiamo avuto modo di verificare di persona e nelle migliori condizioni il comportamento della nuova coupé due posti italiana. L’estetica, innanzi tutto: le auto per la prova erano tutte rigorosamente rosse, tranne un esemplare grigio “basalto” per i test più estremi sulla pista.

La linea da coupé compatta è molto adatta per un’auto italiana che punta molto sulle prestazioni e sul piacere di guida; la carrozzeria di vetroresina, i paraurti in poliuretano e il tetto in alluminio alleggeriscono la struttura, ma danno quasi una sensazione di morbidezza al tatto. I fari anteriori, sorta di “costellazione” di LED dall’aspetto un po’ economico, sono stati un po’ criticati: forse si apprezzeranno di più durante la notte.

La 4C è però un’auto sicuramente da guidare, e quindi scendiamo (è il caso di dirlo) nel bassissimo e avvolgente posto di guida: sembra davvero di stare in un’auto da corsa. Davanti al pilota c’è un display con tutta la strumentazione raccolta, e ogni dettaglio distrae il meno possibile per concentrarsi sulla guida, con finezze da auto per i circuiti, come il pedale del freno incernierato in basso.

Alcuni comandi, come quelli del climatizzatore, ricordano quelli di alcune citycar Fiat del passato, ma questo è normale per una vettura sportiva di scuola italiana, o inglese, che hanno da sempre impiegato piccoli dettagli dalla produzione di grande serie. Perché l’importante è guidare: lo dimostra l’attenzione maniacale al risparmio di peso, con un telaio in fibra di carbonio di soli 65 kg e i vetri particolarmente sottili: il peso totale è di soli 895 kg.

Anche il motore è il già noto 1.750 turbo che equipaggia altre vetture del gruppo Fiat, interamente in alluminio e qui con 240 CV, ma con una particolarità sostanziale: è disposto al centro, dietro i sedili, e trasmette la potenza al retrotreno. L’insieme riesce a garantire innanzi tutto valori ottimi per la pista, con 4,5 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h, attraverso un leggero cambio automatico doppia-frizione a 6 marce TCT, capace di passare da una marcia all’altra in soli 0,13 secondi.

Per verificare al meglio l’efficacia del progetto, che comprende anche le sospensioni anteriori a triangoli sovrapposti e uno sterzo molto diretto e senza servosterzo, niente di meglio che il giro di pista con il selettore “Alfa DNA” nella posizione più sportiva, la “Race”, con i controlli disattivati tranne il differenziale elettronico Q2. La 4C affronta ogni cuva con precisione e velocità, senza rollio evidente e con un assetto piatto; il limite di tenuta è molto elevato, e quando si supera si rischia il testacoda improvviso, senza l’aiuto dell’elettronica.

Non è comunque un’auto estrema: si fa condurre bene anche al di fuori della pista, al di là delle scomodità della carrozzeria, che costringe ad esempio ad avere un bagagliaio piccolo. Ma quanto costa guidare la 4C, ordinabile a partire da ottobre? Il prezzo base parte da 53.000 euro: adeguato ad un’auto con caratteristiche uniche, come una vera supercar in miniatura.

(a cura di OmniAuto.it)