Addio a questo storico modello: non la faranno più

Dopo 14 anni sulle linee di produzione di Rüsselsheim, esce di scena la berlina di design che ha cambiato gli standard del segmento D: addio a Opel Insignia

Esce di scena, dopo 14 anni di produzione, la berlina che ha cambiato gli standard delle ammiraglie: Opel Insignia, l’auto che ha guidato la rinascita del marchio Opel con le linee sinuose disegnate da Mark Adams, è uscita di produzione.

Eletta auto dell’anno nel 2009, l’erede maggiorata della Vectra non soltanto ha riscritto il vocabolario stilistico del marchio, ma ha anche conosciuto un vasto successo di pubblico, superando i 900 mila esemplari prodotti già alla prima generazione.

Insignia, una storia di successi

Opel ha una lunga tradizione in quel del segmento D: dopo l’iconica Rekord, che inventò il mercato delle auto diesel in Italia, fu il momento della Vectra, prodotta dal 1988 al 2008. A raccogliere l’eredità delle grandi berline Opel ci pensò Insignia, un’ammiraglia dal design insolitamente moderno che fu presentata al pubblico nel corso di uno spettacolare evento al Tower Bridge di Londra.

Nel momento in cui General Motors si trovava a fare i conti con la crisi economica degli Stati Uniti, il lancio di Insignia fu provvidenziale per la Casa di Rüsselsheim: la berlina – più voluminosa e affascinante della rigida Vectra – ebbe un grande successo di pubblico e fu eletta Auto dell’anno 2009, rilanciando le sorti del marchio. Sotto la direzione del designer inglese Mark Adams, la Casa tedesca decise di realizzare un’ammiraglia dalla linea fluida e sinuosa, che avrebbe dovuto riprendere l’eredità non soltanto della berlina Vectra, ma anche di altri modelli di fascia superiore come la Opel Omega.

Dopo l’enorme successo della prima generazione, prodotta dal 2008 al 2017 anche in versione Sport Tourer, la gamma fu ulteriormente ampliata con l’arrivo della versione Country Tourer, basata sulla Sports Tourer. La seconda generazione di Insignia debuttò al Salone di Ginevra 2017: oltre a mostrare linee più spigolose e affilate, la nuova Insignia offriva una particolare motorizzazione dotata di trazione integrale con “torque vectoring”, che le valse il titolo di “All-Wheel Drive Car Of The Year 2019”.

Opel Insignia: arte scultorea e precisione tedesca

Durante gli anni 2000, la terza generazione della Vectra stentava a raggiungere i consensi sperati tra i clienti: era il momento di rompere con il passato, e proporre un modello di berlina che offrisse meno razionalità e più emozioni. “Con Opel Insignia abbiamo rivisto il nostro vocabolario stilistico”, sottolineava all’epoca Mark Adams, designer tra le altre cose della quasi totalità della produzione Saab degli anni 2000. “Abbiamo infatti abbinato arte scultorea e precisione tedesca”.

Opel Insignia era dotata di una slanciata carrozzeria con coefficiente di penetrazione aerodinamica di 0,27, ed era stata progettata usando oltre 250 componenti realizzate con materiali di recupero: in fase di rottamazione, era possibile riciclare fino l’85% della vettura.

Come spiegava allora l’amministratore delegato di Adam Opel GmbH, “Opel Insignia fissa nuovi standard tecnologici nel suo segmento di mercato: ha un’ottima aerodinamica e presenta una serie di proposte innovative come l’assetto adattabile FlexRide, la trazione integrale intelligente Adaptive 4×4, i fari anteriori adattabili AFL+ ed il dispositivo Opel Eye Progettata, sviluppata e costruita a Rüsselsheim, Opel Insignia mette in grande evidenza il lavoro che stiamo facendo presso la nostra sede in Germania”.