Una grande opera di Horacio Pagani che però il pubblico non ha mai visto, a causa di un crash test non andato a buon fine.
L’auto pesava meno di 1.000 kg, un prototipo che non fu mai mostrato ad alcun salone o mostra o altro evento dedicato ai motori. Una concept car che il grande pubblico non ha mai potuto ammirare, a volte capita, quando questa tipologia di vetture viene realizzata in modelli che servono semplicemente a provare delle soluzioni da applicare poi nella produzione di serie oppure per sperimentare delle tecnologie innovative mai realizzate prima.
Il suo nome è Lamborghini Countach Evoluzione, mai presentata nemmeno alla stampa e realizzata più di 30 anni fa, nel 1987, per provare a utilizzare dei materiali compositi, per la prima volta a base di fibra di carbonio, anche nella produzione di serie. La versione più aggiornata della Countach, la 5000 S Quattrovalvole, era la base di questo prototipo. Quello che cambiava era il telaio, infatti sotto la carrozzeria c’era una monoscocca in fibra di carbonio, al posto del telaio in acciaio, che comprendeva tetto, montanti, paratia anteriore e posteriore e pianale.
I materiali compositi erano stati utilizzati molto anche per la carrozzeria, soprattutto per i paraurti, gli spoiler, i passaruota, il cofano, le prese d’aria, non per i pannelli porta e i parafango, che invece erano in alluminio. L’utilizzo del composito è molto visibile, visto che nulla è stato verniciato. Il progetto era di Horacio Pagani, all’epoca giovane e alla guida del neonato reparto compositi della Casa di Sant’Agata Bolognese.
Per quanto riguarda gli interni invece non erano completi, mancavano i rivestimenti e anche la plancia, c’erano solo una coppia di sedili in pelle bianca (gli stessi della produzione di serie) e gli strumenti di controllo. Il peso era la cosa eccezionale e unica, coi suoi 980 kg infatti pesava mezza tonnellata in meno della Countach.
La Lamborghini Countach Evoluzione, la prima concept car realizzata in carbonio, fu cronometrata e raggiunse i 330 km/h sul circuito di Nardò, mentre l’accelerazione da 0 a 100 km/h avveniva in soli 4.1 secondi. La potenza erogata dal motore era di 490 cavalli, si tratta di un prototipo che Lamborghini usò per sperimentare differenti elementi che poi la Casa aggiunse negli anni successivi alle auto di serie. Tra questi ad esempio i tergicristalli a scomparsa, la trazione integrale e le sospensioni attive. Purtroppo l’auto finì completamente distrutta in un crash test effettuato per verificare la resistenza della monoscocca in carbonio.