Fiat City Taxi, spettacolare e preziosa concept car

Tra gli oggetti più curiosi del MAUTO c’è il prototipo del City Taxi ideato da Manzù nel 1968

Il Museo nazionale dell’Automobile di Torino (MAUTO) ospiterà fino al 5 settembre la mostra “Che macchina!” dedicata alla Fiat 127 che quest’anno festeggia il suo 50esimo anniversario. L’esposizione vuole omaggiare anche il designer che la disegnò, Pio Manzoni, in arte Manzù.

La rassegna è volta a sottolineare come la 127 lasciò tutti stupiti per la sua innovazione, diventando infatti una delle auto Fiat più amate di sempre. La Fiat 127 spegne le sue 50 candeline, vettura davvero moderna per l’epoca, spaziosa dentro e piccola fuori, così come è di particolare attualità la visione sul tema della mobilità del progettista Pio Manzù prematuramente scomparso nel 1969.

Alla mostra saranno presenti sei esemplari della prima utilitaria italiana presentata nel 1971, che vinse il titolo di “Car of the year” nel 1972. Una piccola ma significativa selezione delle varie versioni prodotte fino al 1987 per un totale di oltre 5 milioni di unità. Suscita grande curiosità inoltre il prototipo Fiat City Taxi su base 850, appartenente alla preziosa collezione storica di Heritage e solitamente esposta nello spazio polifunzionale Heritage HUB a Torino.

Progetto originale per il trasporto pubblico cittadino non di linea, che vanta numerose innovazioni tecnologiche orientate alla sicurezza e alla funzionalità, tanto che può essere definito una vera e propria “concept car”. Sono 15 i nuovi brevetti registrati da Fiat per allestire la 850 City Taxi. Il prototipo presentato al Salone di Torino resta allo stadio sperimentale, ma molte delle sue innovative soluzioni vengono in seguito utilizzate sulle vetture di serie.

Il progetto parte dall’utilizzo della meccanica della Fiat 850, per agevolare l’utilizzo cittadino viene scelta la versione “Idromatic”, presentata al Salone di Ginevra nel 1966 e caratterizzata dalla presenza di un convertitore di coppia intorno alla frizione idraulica per rendere più semplice la guida in città, una “trasmissione servoassistita”; la targhetta sul cofano riporta la dicitura “Idroconvert”.

Le dimensioni del veicolo sono compatte ma gli spazi sono sfruttati al massimo. La forma a due volumi, con sbalzi ridotti, presenta linee tese con cofano anteriore corto e spiovente, ampie superfici vetrate che permettono ai passeggeri di godere al meglio del panorama cittadino e l’abitacolo più alto del normale per migliorare il comfort durante il viaggio. La colorazione arancione vuole rendere più facilmente riconoscibili i mezzi di trasporto pubblico rispetto agli altri, quando i taxi sfoggiano ancora la livrea verde e nera.

L’850 City Taxi stupisce per le asimmetrie, sul lato sinistro c’è una porta convenzionale usata solo dall’autista, mentre a destra i passeggeri entrano in auto attraverso un’inusuale e innovativa lunga porta scorrevole a comando elettrico. I due tergicristalli sono particolarmente lunghi perché devono pulire un parabrezza molto più alto del normale.

La concept preziosa Fiat City Taxi
Fonte: Ufficio Stampa Stellantis
Fiat City Taxi, la concept car di Manzù

Per quanto riguarda gli interni, il divano posteriore ospita tre passeggeri; è presente anche un sedile supplementare a ribalta accanto a quello del conducente, per un eventuale quarto passeggero nei tragitti più brevi. In genere lo spazio a destra del conducente è dedicato a ospitare i bagagli. Altri possono essere inseriti nello spazio alle spalle del divano, sopra al motore.

La Fiat City Taxi vanta inoltre una plancia avveniristica imbottita con materiale deformabile, che ingloba il quadro strumenti, il tassametro e lo schermo di un piccolo televisore. Davvero importanti le innovazioni dedicate alla sicurezza, che poi sono diventate standard nelle auto di serie; tra queste, il piantone dello sterzo snodato per salvaguardare il guidatore in caso di impatto frontale, la plancia imbottita in materiale deformabile e il fissaggio dei bagagli tramite cinghia. Ma anche il sistema di comunicazione con radiotelefono.