FAP o DPF intasato dei motori diesel: cosa fare

Il filtro antiparticolato è un sistema, installato soprattutto sulle auto diesel, che serve a limitare le emissioni inquinanti: cosa fare quando non funziona

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Laura Raso

AUTOMOTIVE SPECIALIST

Cresciuta nel paese della Moto Guzzi, coltiva la passione per i motori e trasforma l’amore per la scrittura in lavoro, diventando Web Content Editor esperta settore automotive.

Una delle più note tecnologie sviluppate negli ultimi anni per limitare le emissioni inquinanti provenienti dai gas di scarico dei veicoli è senza dubbio il FAP, filtro antiparticolato, che viene installato generalmente sulle auto alimentate a diesel. Il dispositivo può presentare dei problemi: vediamo quali e come affrontarli al meglio.

Che cos’è il FAP

Innanzitutto, in poche parole, che cosa intendiamo quando parliamo di FAP? Si tratta di un dispositivo che – come abbiam detto – nasce essenzialmente per le auto diesel, obbligatorio dalla categoria Euro 4 in poi, e serve per catturare il particolato PM10, nome che deriva dalla sua dimensione di 10 millesimi di millimetro. Il termine più corretto per indicarlo sarebbe comunque DPF, Diesel Particulate Filter.

Il filtro antiparticolato ha uno scopo: limitare l’inquinamento di origine carboniosa, come le polveri sottili, che possono essere molto pericolose sia per la salute dell’uomo che per l’ambiente e l’aria che respiriamo.

In particolare il FAP si trova nella parte terminale del collettore di scarico, ed è realizzato in un materiale poroso, in grado di filtrare queste particelle di particolato inquinanti. Il sistema elettronico dell’auto tiene costantemente monitorato il funzionamento del filtro specifico, effettuandone la gestione e il controllo periodico.

Problemi di intasamento

Come ogni elemento dell’auto, anche il FAP può presentare dei problemi, dovuti soprattutto all’intasamento, vista appunto alla sua natura e il compito che svolge. L’auto prevede un processo di rigenerazione continuo per evitare questa problematica al filtro antiparticolato; questo però potrebbe non avvenire – per cause diverse – oppure potrebbero presentarsi altri fattori legati alla meccanica del veicolo, che ne bloccano appunto la rigenerazione e causano quindi l’intasamento.

A volte sono le stesse dimensioni delle particelle a causare problemi: possono essere addirittura inferiori a quelle per cui sono stati progettati i FAP, il sistema di monitoraggio non riesce a rilevarne la presenza e a far partire la rigenerazione automatica.

Cosa succedeva nelle auto più vecchie dotate di FAP? La spia si accendeva anche nel momento in cui si attivava il processo di rigenerazione, non soltanto per guasti e problemi. Questo però veniva spesso percepito dall’automobilista come un errore, e capitava che lo stesso conducente spegnesse la macchina, andando così a bloccare la pulizia del filtro, portando dei reali problemi al mezzo.

Per questo motivo oggi i produttori hanno deciso di eliminare la spia durante il funzionamento: oggi su tutti i veicoli diesel dotati di FAP la spia si accende solo ed esclusivamente quando il filtro è intasato o ha problemi di funzionamento.

Cosa fare quando si accende la spia

Nel momento in cui il filtro antiparticolato presenta dei problemi, è assolutamente necessario rivolgersi presso un’officina specializzata. Il meccanico infatti si occuperà della pulizia profonda del dispositivo e della sua purificazione. Se il professionista dovesse riscontrare problemi più gravi e non risolvibili, allora sostituirà il filtro antiparticolato dell’auto.

In ogni caso, quando la spia presente sul cruscotto si accende, significa una cosa sola oggi: ci sono dei problemi al FAP e al suo funzionamento.

Raccomandiamo assolutamente di non ricorrere al fai da te, cercando delle soluzioni temporanee come la rigenerazione forzata o l’aggiunta di additivi: sono tutte operazioni che potrebbero anzi peggiorare la situazione, anziché risolverla. È assolutamente necessario recarsi immediatamente presso il meccanico, meglio ancora se in un’officina specializzata nella manutenzione e rigenerazione del FAP.

Che cosa fa il meccanico

Il meccanico specializzato si occupa di eseguire il procedimento specifico, che viene effettuato con dei macchinari appositi ad alta pressione – in ambienti ritenuti idonei – e che consente di ripulire completamente il FAP dalle particelle accumulate all’interno, facendolo tornare a funzionare alla perfezione.

Ci sono delle officine specializzate in Italia che offrono il servizio di rigenerazione in tempi rapidi e con una garanzia pari al nuovo. Utilizzano un sistema brevettato che anche le migliori Case automobilistiche conoscono e apprezzano.

Che cosa succede quando il FAP ha dei problemi

Come abbiamo detto sinora, quando il sistema FAP ha dei problemi, si accende immediatamente la spia sul cruscotto dell’auto, che segnala appunto la presenza di un guasto o di un malfunzionamento del filtro antiparticolato. Le cause possono essere differenti, vediamone alcune.

Innanzitutto è importante sapere che il processo di rigenerazione del FAP è automatico e viene innescato dalla centralina del veicolo. Questo avviene periodicamente, e in genere parte ogni 400-500 chilometri di percorrenza. Per procedere è necessario che la temperatura di esercizio però sia abbastanza elevata, tanto da consentire la combustione del particolato.

Ci sono delle Case automobilistiche che, per favorire il raggiungimento della temperatura ideale, hanno progettato vetture con il filtro antiparticolato più vicino al motore. In ogni caso, il processo di rigenerazione automatico parte e continua quando l’auto percorre medie e lunghe distanze a una velocità che permette al motore di mantenere un rapporto di 3.000 giri/minuto per almeno 15 minuti.

Per questo motivo, come già accennato, si possono presentare dei problemi se l’auto viene usata principalmente in città, solo per spostamenti quotidiani e tragitti brevi. In questi casi infatti la rigenerazione automatica non riesce ad attivarsi, così il filtro antiparticolato non si pulisce e rischia di intasarsi, presentando sintomi differenti, tra cui:

  • la perdita di prestazioni da parte del veicolo;
  • l’accensione della spia del motore;
  • cali di regime dell’auto;
  • un aumento dei consumi;
  • funzionalità ridotte;
  • il motore potrebbe ingolfarsi;
  • fumo nero dal tubo di scarico.

Nel caso in cui la vettura presentasse uno o alcuni di questi segnali, c’è qualcosa che non va: bisogna portare l’auto immediatamente presso un meccanico specializzato.

Il filtro intasato purtroppo potrebbe anche causare un altro problema: il gasolio potrebbe andare a contaminare l’olio che si trova nella coppa del motore. Se dovesse succedere, oltre alla spia FAP sul cruscotto, è possibile che si accenda anche quella dell’olio e che il lubrificante debba essere sostituito subito.

A volte, quando il FAP non funziona, il problema può anche essere legato a un’avaria generale del motore, che può causare una perdita di potenza e un consumo di carburante troppo elevato. Per questo è sempre bene recarsi presso un meccanico specializzato.

È fondamentale inoltre rendersi conto che il filtro antiparticolato – come la maggior parte degli elementi dell’auto – è soggetto a usura. La durata media varia tra 130.000 e 200.000 chilometri circa, ma tutto cambia in base all’utilizzo.

Ricordate sempre che la manutenzione costante del filtro è fondamentale per evitare problemi e malfunzionamenti. Per questo, soprattutto se il processo di rigenerazione automatica non avviene (utilizzo dell’auto in città o solo per brevi tragitti), è necessario affidare la pulizia del FAP a centri specializzati.