Auto storiche e d’epoca: quali sono le differenze

La differenza tra auto storiche e auto d'epoca ha un impatto diretto sia sotto il profilo burocratico e sia sotto quello economico e delle spese di gestione

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Fabio Lepre

Giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

C’è una importante distinzione da fare tra auto storiche e auto d’epoca. Lo è non solo dal punto di vista collezionistico, ma anche in relazione alle spese di gestione. In pratica, le differenze non sono legate ai soli aspetti legali, ma influenzano anche il calcolo delle tasse e del premio assicurativo. Ecco allora che il primo aspetto da non perdere di vista è che i due termini non sono intercambiabili.

Il secondo è che il Codice della Strada è il punto di riferimento per ottenere informazioni. Qui scopriamo che non viene utilizzata la denominazione “auto storica” ma “veicoli di interesse storico e collezionistico”.

Le differenze da conoscere

Ci sono 5 parametri da considerare per capire quali sono le differenze tra auto storiche e auto d’epoca. Innanzitutto, le prime sono modelli iscritti al PRA mentre le auto d’epoca sono veicoli radiati dal PRA. Le auto storiche, come indicato nel comma 3 dell’articolo 60 del Codice della Strada, ovvero i veicoli di interesse storico e collezionistico devono essere registrati negli elenchi delle associazioni riconosciute. Sono Asi, Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo, e Storico Fmi per le moto.

Il comma 4 stabilisce anche che questi veicoli possono circolare purché rispettino i requisiti stabiliti per la loro categoria, come definito dai regolamenti. Le auto d’epoca sono iscritte al Centro storico del Dipartimento per i trasporti terrestri e non possono circolare, fatte eccezioni per raduni e manifestazioni. Le auto storiche devono essere sottoposte a revisione ogni 2 anni, quelle d’epoca ogni 5 anni ma solo nelle officine della Motorizzazione civile. Infine, le auto storiche sono più soggette a fruire di agevolazioni assicurative, eventualmente concesse in totale autonomia dalle stesse compagnie, quelle d’epoca devono essere coperte in caso di raduni o manifestazioni.

I criteri per sapere se la propria auto è di interesse storico

Per capire se l’auto conservata nel proprio garage sia di interesse storico e può essere iscritta a uno dei registri, uno dei riferimenti è l’elenco stilato dall’Aci. Il tutto senza dimenticare la crescente popolarità dei modelli Youngtimer tra gli appassionati. Questi veicoli, prodotti approssimativamente tra gli anni Ottanta e duemila, sono considerate auto da collezionare quando raggiungono i 20 anni di età, se di interesse storico.

Norme sulla circolazione delle auto d’epoca e storiche

La distinzione tra auto storiche e auto d’epoca varia in base al modello del veicolo e alla regione geografica in cui ci si trova. Per quanto riguarda la circolazione, le normative variano da regione a regione e spesso anche da città a città.

Ad esempio, a Milano, con l’entrata in vigore dell’Area B, i veicoli di interesse storico e collezionistico con più di 30 anni e dotati di Certificato di rilevanza storica rilasciato da associazioni come Asi, Fmi e dai registri di marche specifiche (Alfa Romeo, Fiat e Lancia), hanno diritto a un lasciapassare gratuito per 25 giorni lavorativi. In Piemonte è previsto un divieto di circolazione per l’intera giornata per i veicoli Euro 0 utilizzati per il trasporto di persone con al massimo 8 posti a sedere, a meno che non siano veicoli di interesse storico e collezionistico, in cui il divieto decade solo per partecipare a eventi speciali o per raggiungere l’officina autorizzata per la revisione.

Gli obblighi da rispettare

Come abbiamo accennato, le differenze tra auto storiche e d’epoca sono legate anche agli adempimenti legali e pratici che i proprietari devono affrontare. Oltre alle agevolazioni fiscali e all’esenzione dal pagamento del bollo auto, entrambe le categorie sono soggette ai requisiti standard come la revisione e l’assicurazione.

Per le auto storiche costruite prima del 1960, la revisione deve essere effettuata in una officina autorizzata indicate dalla Motorizzazione o da Club storici, con una frequenza biennale. Le auto d’epoca devono invece essere sottoposte obbligatoriamente a revisione ogni 5 anni in auna delle sedi della Motorizzazione. In riferimento all’assicurazione, i proprietari di auto d’epoca invitati a eventi possono stipulare una polizza Rc auto temporanea che copra il periodo della manifestazione.

Quanto e dove si paga il bollo auto

Altro punto da non sottovalutare nella gestione di questi speciali modelli di auto sono le agevolazioni fiscali relative al bollo auto per le vetture storiche con almeno vent’anni di età. Le norme vigenti prevendono la cancellazione del beneficio dell’esenzione dal pagamento del bollo auto per i veicoli ultraventennali ovvero quelli compresi nell’intervallo di età dai 20 ai 29 anni.

Succede però che non tutte le regioni e province autonome hanno uniformato le proprie normative a quelle statali, finendo per determinare una disparità fiscale tra le diverse aree del territorio, con alcune regioni che continuano a concedere esenzioni, riduzioni o applicazioni della tassa sul possesso del veicolo. Il suggerimento è dunque di consultare anche i siti delle amministrazioni regionali per rimanere al passo con le ultime novità legislative e su eventuali modifiche in materia.

Auto storiche esenti dal bollo auto

Sul sito ufficiale del Club Aci Storico è possibile accedere all’elenco completo delle auto esenti dal pagamento del bollo. La lista è organizzata in ordine alfabetico e fornisce dettagli su marca, modello e anno di costruzione dei veicoli. Le auto sono suddivise in due categorie principali: quelle con un’età compresa tra 20 e 29 anni e quelle tra 30 e 39 anni.

Per poter beneficiare di queste agevolazioni fiscali, il veicolo ultraventennale di interesse storico deve essere regolarmente iscritto all’apposito registro o poter esibire il Certificato di rilevanza storica. Quest’ultimo documento deve essere indicato sulla carta di circolazione del veicolo.

Come funziona il bollo sulle auto d’epoca ultratrentennali

La legislazione nazionale prevede l’esenzione dal pagamento del bollo auto per i veicoli d’epoca con più di 30 anni di età. Anziché del bollo, i proprietari sono chiamati a pagare una tassa di circolazione forfettaria, valida per l’intera annualità, se il veicolo è ancora in circolazione, pari a 25,82 euro (10,33 euro per le moto).

Abolizioni e sconti

Solo i veicoli ultratrentennali godono dell’esenzione dal pagamento del bollo auto, mentre per i veicoli ultraventennali sono previste agevolazioni o esenzioni, soggette alle specifiche normative regionali. Per le auto ultratrentennali non destinate a un uso professionale, l’esenzione dal bollo è automatica e non richiede alcuna procedura di richiesta formale, né l’iscrizione a un registro storico. Per questi veicoli è applicata una tassa forfettaria di circolazione, se in effettivo utilizzo, valida per l’intero anno.

Il riferimento temporale per determinare l’esenzione è la data di costruzione del veicolo, ovvero l’anno della prima immatricolazione in Italia o in altro Stato. Per agevolare il processo di identificazione dei veicoli idonei all’esenzione, l’Automobilclub storico italiano cura e mette a disposizione un apposito elenco che indica il periodo di produzione dei veicoli per facilitare la gestione e l’applicazione delle disposizioni in vigore.