Aria condizionata in auto: quando fare la ricarica e quanto costa

L'aria condizionata in auto, come a casa, è importante in quanto consente di viaggiare freschi anche nelle giornate più calde. Occorre, comunque, provvedere alla manutenzione dell'impianto

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Stefano Bettetini

Giornalista e automotive specialst

Giornalista pubblicista, è attivo nel mondo digital dal 2005, spinto prima dalla passione nel raccontare gli eventi sportivi poi da quella per l'automotive e dalle sue evoluzioni verso un futuro sempre più sostenibile.

Quando occorre ricaricare l’aria condizionata dell’auto? Con la ricarica dell’aria condizionata per l’auto si ripristina la quantità di gas refrigerante che si trova nel circuito del condizionatore: il giusto raffreddamento avviene, infatti, se questo è a livello, in caso contrario si osserva un calo dell’efficienza. Ma come si può fare a capire che il condizionatore della propria auto necessita di una ricarica? Ci sono alcuni segnali che possono aiutarci: la minore capacità di raffreddare l’abitacolo o la fuoriuscita di cattivi odori.

In linea generale, è consigliabile ricaricare il climatizzatore ogni due anni o ogni 60.000 Km. Con la stessa cadenza temporale occorre sostituire il filtro disidratatore, importante perché cattura le impurità presenti nell’aria e contribuisce all’assorbimento dell’umidità. Inoltre, è necessario, più o meno ogni 15.000 Km sostituire il filtro dell’abitacolo. Se, poi, fuoriesce troppo cattivo odore bisogna provvedere alla pulizia totale dell’evaporatore.

Come si ricarica l’aria condizionata dell’auto?  Il rifornimento di gas può essere effettuato presso i distributori di carburante attrezzati o le officine specializzate, in entrambi i casi con apposita abilitazione, ed il prezzo della ricarica oscilla normalmente tra i 100 ed i 300 Euro, variazione che dipende sia dal modello del veicolo che dalla quantità di gas refrigerante che l’impianto può contenere, di solito compresa tra 470 g e 1 kg.

Le auto immatricolate dal primo gennaio 2017, devono essere ricaricate solo con il gas R1234yf, come prevedono le normative europee vigenti, mentre i modelli fabbricati prima di quella data possono essere rabboccati con il precedente R134A, tutt’ora in commercio. In circolazione, inoltre, ci sono ancora mezzi talmente datati, da montare climatizzatori che funzionano con un tipo di gas non più disponibile: in questi casi, è necessaria la conversione dell’impianto. La tendenza per il prossimo futuro sarà quella di utilizzare soltanto gas a basso impatto ambientale, per limitare l’effetto serra favorito dalle emissioni degli impianti più vetusti. Ricaricare da soli il clima non è facile e può comportare rischi quindi se non si è più che esperti, è meglio far effettuare l’operazione a personale specializzato.