Filtro antiparticolato. Vantaggi e svantaggi di un’innovazione

Scopriamo cos'è, qual è lo scopo, il funzionamento e i pro e i contro del filtro antiparticolato

La principale causa dell’alta concentrazione di polveri sottili nelle nostre città è la trazione diesel. I filtri antiparticolato (FAP) sono attualmente la migliore tecnologia di riduzione di queste emissioni. Il FAP è un dispositivo antinquinamento, applicato sui motori Diesel di ultima generazione, in grado di abbattere il livello di emissioni inquinanti da polveri sottili, come richiesto dalle normative sull’inquinamento.

I veicoli diesel emettono il cosiddetto particolato fine (PM10) e altre sostanze inquinanti. Il PM10 è costituto da particelle molto piccole dell’ordine delle decine di nanometri (10 millesimi di millimetro). Ricerche sperimentali hanno dimostrato che queste particelle hanno pesanti effetti sulla salute umana anche perché veicolano altre sostanze come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e alcuni di questi sono cancerogeni.

Il FAP filtra le polveri dei gas di scarico. In alcuni modelli al carburante si aggiunge ossido di cerio (“cerina”), che permette al particolato di aggregarsi in particelle più grandi che vengono imprigionate nel filtro. Il FAP tende a intasarsi e si ripulisce bruciando gli agglomerati catturati. L’ additivo permette al sistema di ridurre la temperatura necessaria per effettuare tale rigenerazione.

Le misurazioni, effettuate dall’Istituto Sperimentale per i Combustibili, mostrano che grazie al FAP le polveri vengono abbattute di 7 volte in massa e di 10000 in numero. Tale tecnologia è stata anche premiata da Legambiente con il premio “Innovazione Amica dell’Ambiente 2003”. Il filtro antiparticolato ha dimostrato a oggi una notevole efficacia nella cattura del particolato emesso dai motori diesel. Questo è sicuramente un punto a suo favore.

Svantaggioso è sicuramente il leggero aumento dei consumi causato dall’intasamento. Altri svantaggi riguardano la manutenzione del filtro che richiede controlli frequenti e anche rigenerazioni forzate da effettuare in officina.
Recentemente molte case costruttrici hanno preferito il DPF (Diesel Particulate Filter) che non utilizza additivi ma prevede una temperatura di combustione del particolato più elevata. Anche questo sistema comporta comunque operazioni in officina per pulizie e intasamenti.

Immagini: Depositphotos